mercoledì 25 marzo 2009
Primarie a Napoli - Vozza per Sinistra e Libertà al 23%
Diecimila voti alle primarie. Un risultato inaspettato quello della Sinistra e Libertà in provincia di Napoli. In pochi giorni, con scarsi mezzi e armati solo di tanto entusiasmo uomini e donne come tanti comici e spaventati guerrieri si sono messi in cammino. Hanno sfidato il gigante dai piedi di argilla e ne hanno incrinato le fondamenta. E' stato un lento e paziente lavoro di tessitura. Quartiere per quartiere, città per città, luogo di lavoro per luogo di lavoro. Hanno costruito relazioni, partecipato ad assemblee, lavorato come forsennati per far fronte alla macchina organizzativa del PD, e domenica notte i risultati hanno gioiosamente fatto irruzione nel nostro presente, segnando una possibilità per il nostro futuro. Salvatore Vozza, il candidato di Sinistra e libertà alle primarie, per la scelta del candidato presidente del centrosinistra alle prossime elezioni provinciali a Napoli, è risultato primo in grandi realtà. Nelle città del lavoro: Castellammare, Torre del Greco e Torre Annunziata. Primo a Sorrento, Quarto, Caivano, Casoria. Primo in tanti quartieri popolari a Napoli da Scampia a Stella, Bagnoli, nel Centro storico. Il risultato finale è stato sorprendente: secondo con il 23%, conquistando voti ovunque, in tutte le città della provincia, anche lì dove non vi erano insediamenti precedenti. La sinistra ha parlato alla società parlando ai soggetti colpiti dalla crisi ed offrendo un progetto efficace e realizzabile. Ha costruito ambiziosamente la possibilità di sognare un futuro diverso per Napoli e la sua provincia. Ha offerto a uomini e donne la possibilità di contrastare l'ascesa di Cesaro al governo dell'ente di piazza Matteotti. Ora bisogna costruire dal basso una lista forte e radicata per le elezioni di giugno. Una lista in grado di rappresentare le donne e gli uomini di Napoli che non vogliono arrendersi all'irruzione di Gomorra nel futuro della nostra quotidianità.
martedì 24 marzo 2009
COMUNICATO STAMPA Unire il centrosinistra, definire il programma, scegliere un candidato Sindaco condiviso.
COMUNICATO STAMPA
Unire il centrosinistra, definire il programma, scegliere un candidato Sindaco condiviso.
Questa in sintesi la posizione della lista VERDI E SINISTRA PER SAN GIULIANO (nata dalla confluenza di Sinistra Democratica, dei Verdi e della lista civica Sinistra per San Giuliano e riferimento locale di “Sinistra e Libertà”).VERDI E SINISTRA PER SAN GIULIANO ha lavorato in modo propositivo, con pazienza e tenacia per arrivare alla ricomposizione del centrosinistra sangiulianese, obiettivo non ancora raggiunto compiutamente, ma a portata di mano.
È decisivo fare prevalere l’interesse collettivo, una politica che sappia guardare avanti, concentrata su obiettivi alti, evitando qualunque possibile personalismo e superando compiutamente posizioni orientate all’autosufficienza da parte di singole forze politiche.
Deve prevalere una più forte volontà unitaria rispetto al piccolo gioco delle esclusioni. Bisogna saper aprire una fase nuova, guardare verso il futuro della città, avanzare proposte per affrontare le sue esigenze e problemi e per valorizzare le sue tante capacità.
Per questi motivi la lista VERDI E SINISTRA PER SAN GIULIANO esprime rammarico per le dimissioni di Giovanna Bugada e di Lucia Salvato, dopo anni di intenso lavoro. La loro decisa e dichiarata disponibilità per continuare a contribuire alla costruzione e all’affermazione del centrosinistra deve essere accolta immediatamente.
Ci attendono anni decisivi, durante i quali dovremo affrontare una difficile e lunga crisi economica, favorire l’innovazione del sistema produttivo, valorizzare il lavoro e agire a tutti i livelli per una più equa redistribuzione del reddito, continuare a investire sulla formazione e sull’istruzione pubblica, tutelare il parco sud, a rischio cementificazione.
VERDI E SINISTRA PER SAN GIULIANO è stata la prima lista a presentare pubblicamente le proprie proposte per un programma elettorale alla città, prima di presentare qualsiasi candidatura, perché è importante dare spazio al confronto delle idee e alle proposte sul merito.
Il centrosinistra deve al più presto definire un programma condiviso e dal forte profilo innovativo e candidarsi al governo della città. Di fronte abbiamo una destra che vive di luce riflessa dai vertici nazionali e che da anni non è in grado di proporre una idea della città: il rischio è che ci sia una gestione eterodiretta da Milano, basato su una lettura conservatrice dei processi sociali ed economici.
Per quanto riguarda la candidatura a Sindaco, VERDI E SINISTRA PER SAN GIULIANO propone FRANCESCO MARCHINI, ventisettenne impegnato nel volontariato cattolico e nell’associazionismo con l’esperienza fatta in Mani Tese di San Giuliano. È una candidatura fuori dalle dinamiche che hanno interessato il centrosinistra negli anni passati, che vuole essere un contributo nel segno del rinnovamento e della crescita di una nuova leva di amministratori pubblici. Una proposta avanzata al centrosinistra, coerente con l’idea di politica e di futuro propria della lista, avanzata nel segno dell’unità, dell’aumento delle possibilità di scelta, per giungere alla definizione condivisa della migliore candidatura per eleggere il prossimo Sindaco di San Giuliano Milanese.
La crisi non la dobbiamo pagare noi
La crisi non la dobbiamo pagare noi
La crisi c’è e sta colpendo duramente lavoratori e imprese. È una crisi che non nasce dal “pessimismo”, come dice il governo, ma da un dissesto finanziario senza precedenti che irrompe in una situazione di pesante mancanza di equilibrio: decenni di “deregulation” e di politiche di esclusivo contenimento del costo del lavoro hanno permesso enormi speculazioni e una redistribuzione della ricchezza prodotta, verso la rendita e i redditi alti.Il comportamento del governo italiano è dannoso: oscilla tra negare la gravità della situazione e proporre iniziative propagandistiche, inefficaci, insufficienti. Vero fumo negli occhi. Basti pensare al perenne annuncio di miliardi di euro che dopo mesi non sono stati ancora spesi.
Se le risorse sono poche, esse devono essere concentrate per sostenere innanzitutto il reddito dei lavoratori e dei pensionati e quindi i consumi. Affinché la situazione non peggiori è necessario aumentare ed estendere la copertura degli ammortizzatori sociali verso i tanti giovani lavoratori precari.
Devono essere previsti investimenti per finanziare la ricerca e favorire l’innovazione e l’occupazione in settori non tradizionali, ad alto contenuto tecnologico. Come fa Obama negli USA.
Servono risorse che vanno cercate dove ci sono: combattendo l’evasione fiscale, mettendo un tetto alle retribuzioni più alte, prevedendo una tassazione più elevata per rendite e alti redditi.
Se il governo continua sulla strada sbagliata la ripresa si allontanerà. E il costo lo pagheranno soprattutto i lavoratori dipendenti. È ingiusto e inaccettabile socialmente, sbagliato economicamente.
I lavoratori, i pensionati, i giovani devono mobilitarsi per non pagare il prezzo della crisi, per affermare nuovi orientamenti economici e una diversa politica industriale per l’Italia.
sarà presente per discutere con noi: MARIA SCIANCATI segretaria generale FIOM - CGIL Milano
CON la CGIL a ROMA il 4 aprile aderiamo e partecipiamo alla manifestazione nazionale
Verdi e Sinistra per San Giuliano – via Vespucci http://lasinistrapersgm.blogspot.com/
mercoledì 18 marzo 2009
discorso di Kennedy sul PIL
Il 18 Marzo del 1968 Robert Kennedy pronunciava, presso l'università del Kansas, un discorso nel quale evidenziava -tra l'altro- l'inadeguatezza del PIL come indicatore del benessere delle nazioni economicamente sviluppate.
Tre mesi dopo veniva ucciso durante la sua campagna elettorale che lo avrebbe probabilmente portato a divenire Presidente degli Stati Uniti d'America.
Il nostro benessere
Robert Kennedy
Non troveremo mai un fine per la nazione né una nostra personale soddisfazione nel mero perseguimento del benessere economico, nell’ammassare senza fine beni terreni. Non possiamo misurare lo spirito nazionale sulla base dell’indice Dow-Jones, né i successi del paese sulla base del prodotto interno lordo (PIL). Il PIL comprende anche l’inquinamento dell’aria e la pubblicità delle sigarette, e le ambulanze per sgombrare le nostre autostrade dalle carneficine dei fine-settimana.
Il PIL mette nel conto le serrature speciali per le nostre porte di casa, e le prigioni per coloro che cercano di forzarle […]. Comprende programmi televisivi che valorizzano la violenza per vendere prodotti violenti ai nostri bambini. Cresce con la produzione di napalm, missili e testate nucleari, comprende anche la ricerca per migliorare la disseminazione della peste bubbonica, si accresce con gli equipaggiamenti che la polizia usa per sedare le rivolte, e non fa che aumentare quando sulle loro ceneri si ricostruiscono i bassifondi popolari.
Il PIL non tiene conto della salute delle nostre famiglie, della qualità della loro educazione o della gioia dei loro momenti di svago. […] Non comprende la bellezza della nostra poesia o la solidità dei valori familiari, l’intelligenza del nostro dibattere o l’onestà dei nostri pubblici dipendenti. Non tiene conto né della giustizia nei nostri tribunali, né dell’equità nei rapporti fra di noi. Il PIL non misura né la nostra arguzia né il nostro coraggio, né la nostra saggezza né la nostra conoscenza, né la nostra compassione né la devozione al nostro paese. Misura tutto, in breve, eccetto ciò che rende la vita veramente degna di essere vissuta. Può dirci tutto sull’America, ma non se possiamo essere orgogliosi di essere americani.
video con il discorso di Robert Kennedy:
http://www.youtube.com/watch?v=ByRGgj-nF_A
Tre mesi dopo veniva ucciso durante la sua campagna elettorale che lo avrebbe probabilmente portato a divenire Presidente degli Stati Uniti d'America.
Il nostro benessere
Robert Kennedy
Non troveremo mai un fine per la nazione né una nostra personale soddisfazione nel mero perseguimento del benessere economico, nell’ammassare senza fine beni terreni. Non possiamo misurare lo spirito nazionale sulla base dell’indice Dow-Jones, né i successi del paese sulla base del prodotto interno lordo (PIL). Il PIL comprende anche l’inquinamento dell’aria e la pubblicità delle sigarette, e le ambulanze per sgombrare le nostre autostrade dalle carneficine dei fine-settimana.
Il PIL mette nel conto le serrature speciali per le nostre porte di casa, e le prigioni per coloro che cercano di forzarle […]. Comprende programmi televisivi che valorizzano la violenza per vendere prodotti violenti ai nostri bambini. Cresce con la produzione di napalm, missili e testate nucleari, comprende anche la ricerca per migliorare la disseminazione della peste bubbonica, si accresce con gli equipaggiamenti che la polizia usa per sedare le rivolte, e non fa che aumentare quando sulle loro ceneri si ricostruiscono i bassifondi popolari.
Il PIL non tiene conto della salute delle nostre famiglie, della qualità della loro educazione o della gioia dei loro momenti di svago. […] Non comprende la bellezza della nostra poesia o la solidità dei valori familiari, l’intelligenza del nostro dibattere o l’onestà dei nostri pubblici dipendenti. Non tiene conto né della giustizia nei nostri tribunali, né dell’equità nei rapporti fra di noi. Il PIL non misura né la nostra arguzia né il nostro coraggio, né la nostra saggezza né la nostra conoscenza, né la nostra compassione né la devozione al nostro paese. Misura tutto, in breve, eccetto ciò che rende la vita veramente degna di essere vissuta. Può dirci tutto sull’America, ma non se possiamo essere orgogliosi di essere americani.
video con il discorso di Robert Kennedy:
http://www.youtube.com/watch?v=ByRGgj-nF_A
Perchè Sinistra e perchè Libertà
Perché Sinistra e perché Libertà
Se, come il Di Vittorio bambino nella recente fiction televisiva, andiamo a leggere, nel “libro che contiene tutte le parole del mondo”, alla voce “Libertà”, troveremo scritto: “Stato di chi è libero; condizione di chi ha la possibilità di agire senza essere soggetto all'autorità o al dominio altrui; diritto di operare le proprie scelte e di agire secondo le proprie convinzioni senza ledere gli altrui diritti e rispettando le regole di un sistema organizzato”.
La stretta coniugazione di libertà e di giustizia, il rispetto dei diritti dei singoli e l'attenzione all'interesse generale, l'affermazione della pari dignità ed uguaglianza di ogni per¬sona e insieme della comune solidarietà sono alcuni degli aspetti princi¬pali della nostra Costituzione (non tutti ancora pienamente attuati), che riflettono i valori più genuini dell'antifascismo e della Resistenza e sui quali è venuto costruendosi il tessuto della vita sociale e politica della Re¬pubblica italiana in quest'ultimo sessanten¬nio.
La Co¬stituzione italiana non ha infatti soltanto il carattere di car¬ta delle “regole”, che devono presiedere al corretto funzionamento delle istituzioni pub¬bliche, ma è anzitutto carta dei “valori”, che definiscono il senso dell'appartenenza collet¬tiva, e sono pertanto destinati a creare le condizioni per una ordinata convivenza civile.
Il contributo distintivo della sinistra è sempre stato e deve tornare ad essere quello di formare una coscienza della responsabilità individuale di fronte alla comunità. Ma questo fcimento deve oggi trovare, a mio avviso, una innovata capacità di fondarsi sulla capacità di accompagnare, alla tradizionale lotta per i diritti, la nozione di dovere all'interno della stessa società. Se bisogna coltivare il senso di responsabilità, occorre allo stesso tempo accompagnarlo alle opportunità.
C'è un accordo tra la società e ciascuno dei suoi individui entro cui devono essere definiti tutti i compiti, sia quelli della società verso il cittadino che viceversa.
Il senso del dovere è la chiave di volta per una società decente e va oltre l'individualismo; definisce infatti il contesto in cui vengono date certe regole.
E’ un concetto personale ma è anche un obbligo verso la società. Il rispetto ed il senso di responsabilità verso gli altri sono un pre-requisito importante per una comunità forte ed attiva.
E’ il mezzo con cui possiamo costruire una società che non soffoca il nostro individualismo ma gli permette di svilupparsi in modo sano. Esso accorda l'istinto con il senso comune; permette di giungere ad una nozione della natura umana più ampia e conseguentemente più accurata di quella formulata sul gretto interesse personale.
I diritti di cui godiamo riflettono i doveri che dobbiamo osservare. I diritti e le responsabilità dell’individuo rappresentano un punto cruciale che accompagna l’idea moderna di comunità.
L’accettazione del dovere senza la libertà è schiavitù, e la libertà senza obbedienza alle regole che ci si è dati democraticamente è arbitrio. E’ il modello di libertà che accompagna la nuova destra italiana: strano impasto di libero arbitrio, neoautoritarismo e populismo. Al contrario, il dovere vincola la libertà e questa nobilita quello.
Diventare liberi non significa diventare grandi nel mondo, diventare liberi contro l’altro da se; significa diventare liberi da se stessi, dalla menzogna che mi fa credere che ci sono solo io, che sono io il centro del mondo; liberi dall’odio che ci fa annientare la natura; liberi da se stessi per gli altri.
Allora da tutto ciò si comprende come il reale significato di cittadinanza è il diritto di partecipazione ad una società in cambio del dovere di agire con responsabilità nei confronti di essa.
Per avere successo dobbiamo invece cooperare. Dobbiamo avere coscienza che la nostra prosperità è intimamente legata alla prosperità di coloro che ci stanno attorno.
Dobbiamo capire che condividere un senso di appartenenza alla società che ci circonda è una parte essenziale per risolvere i problemi comuni.
Insomma, non è sufficiente il discorso sulle regole della democrazia, che quotidianamente occupa il dibattito politico, ma è forte l’urgenza della ricostruzione di un’etica pubblica.
L’etica pubblica perimetra l’area della condivisione, della comune lealtà civile, fissa e custodisce i termini del patto in cui ci impegniamo a modellare le nostre forme di vita collettiva e le comuni istituzioni entro cui perseguire i nostri differenti obiettivi, ideali o interessi.
Ma una tale idee di etica pubblica non può non derivare da una profonda affermazione di una cultura della responsabilità individuale, da una maggiore coscienza dell’appartenenza della singola persona ad una comunità di uomini liberi.
Occorre lavorare su questa linea, per portare tutti a prendere parte attiva alla vita sociale, per rendere a tutti il gusto e il senso della politica, per rigenerare, dentro il moto di un collettivo rinascimento, nuovi circuiti di selezione dei ceti dirigenti.
La Sinistra non può, anche in questo inizio di nuovo millennio, non coniugare i tratti di un’etica per la politica con i valori della nostra tradizione culturale che, malgrado le distorsioni e i compromessi della sua storia, rimangono forti e validi.
Il contesto però è radicalmente mutato.
La libertà è più fragile che mai e necessita di nuove forme espressive e di protezione.
Le questioni della giustizia sociale le quali richiamano il valore forte dell’eguaglianza, contro un’esaltazione unilaterale del principio di libertà, che si riduce, talora, ad una concezione della società che ne fa un puro spazio di sopravvivenza degli individui abbandonati alle proprie “capacità” da uno Stato “minimo” che si limita a garantire la correttezza formale della gara: quasi che le posizioni di partenza fossero uguali e le possibilità individuali fossero le stesse per tutti.
Compito della Sinistra deve essere il riconoscimento e la valorizzazione delle differenze, ma quando le differenze diventano status, definitive per la vita, si creano fratture sociali e disuguaglianze intollerabili.
E allora sta alla Sinistra esprimere la capacità di elevare gli svantaggiati in termini più egualitari, cioè come pari opportunità di autorealizzazione e benessere, di influenza politica e status sociale. Ma oggi l’eguaglianza deve includere altre nozioni come quelle di razza, cultura e sesso; rinasce così in forme nuove il bisogno di giustizia, così come prende forme nuove il diritto al lavoro, così come crescono nuove domande, quella del sapere, quella di servizi che funzionino.
Di conseguenza la fratellanza deve lasciare spazio a forme più ampie di solidarietà. Le preoccupazioni ambientali devono entrare a far parte integrante di ogni politica e i bisogni dei posteri devono essere tenuti in considerazione ogni qual volta si prende una decisione.
Le ragioni della Sinistra vivono in una idea dello sviluppo che contiene dentro se stesso, nell’atto in cui si svolge, i meccanismi di regolazione per non distruggere le fonti della vita, per impedire le diseguaglianze più gravi, quelle che si perpetuano nel tempo.
Valori e idee devono essere per noi ancora alla base delle scelte politiche, che altrimenti sarebbero esclusivo dominio dei tecnocrati. Valori e idee danno forma ad un movimento politico e danno significato al suo programma.
Ha davvero ragione Norberto Bobbio nell’affermare che fino a che vi saranno uomini il cui impegno politico è mosso da un profondo senso di insoddisfazione e di sofferenza di fronte alle iniquità della società contemporanea, questi terranno in vita gli ideali che hanno contrassegnato da più di un secolo tutte le sinistre della storia.
Benjamin Constant - un padre del liberalismo - tessendo l'elogio delle libertà personali, private, metteva in guardia contro il rischio che “assorbiti dalla nostra indipendenza privata e nel perseguimento dei nostri interessi particolari, noi possiamo rinunciare troppo facilmente al nostro diritto di partecipare al potere politico”. E invitava a non lasciare la politica - mezzo per dare la felicità ai popoli - nelle mani delle “autorità”, come pure esse vorrebbero. Un secolo dopo, gli fece eco lo scrittore Paul Valéry quando maliziosamente definiva la politica - quella di chi detiene il potere - come «l'arte di impedire alla gente di occuparsi di quel che la riguarda». Contro quel tipo di politica, un'intera tradizione di pensiero, da Aristotele a Hannah Arendt, ha proposto una politica fatta di partecipazione, una politica di cui non è sufficiente ricercare il fine e lo scopo, ma a cui occorre dare «un senso», come scrive appunto la Arendt: “Intesa così - e soltanto così - la politica non può non costituire la preoccupazione di ogni uomo libero”.
Coordinamento nazionale SD
Se, come il Di Vittorio bambino nella recente fiction televisiva, andiamo a leggere, nel “libro che contiene tutte le parole del mondo”, alla voce “Libertà”, troveremo scritto: “Stato di chi è libero; condizione di chi ha la possibilità di agire senza essere soggetto all'autorità o al dominio altrui; diritto di operare le proprie scelte e di agire secondo le proprie convinzioni senza ledere gli altrui diritti e rispettando le regole di un sistema organizzato”.
La stretta coniugazione di libertà e di giustizia, il rispetto dei diritti dei singoli e l'attenzione all'interesse generale, l'affermazione della pari dignità ed uguaglianza di ogni per¬sona e insieme della comune solidarietà sono alcuni degli aspetti princi¬pali della nostra Costituzione (non tutti ancora pienamente attuati), che riflettono i valori più genuini dell'antifascismo e della Resistenza e sui quali è venuto costruendosi il tessuto della vita sociale e politica della Re¬pubblica italiana in quest'ultimo sessanten¬nio.
La Co¬stituzione italiana non ha infatti soltanto il carattere di car¬ta delle “regole”, che devono presiedere al corretto funzionamento delle istituzioni pub¬bliche, ma è anzitutto carta dei “valori”, che definiscono il senso dell'appartenenza collet¬tiva, e sono pertanto destinati a creare le condizioni per una ordinata convivenza civile.
Il contributo distintivo della sinistra è sempre stato e deve tornare ad essere quello di formare una coscienza della responsabilità individuale di fronte alla comunità. Ma questo fcimento deve oggi trovare, a mio avviso, una innovata capacità di fondarsi sulla capacità di accompagnare, alla tradizionale lotta per i diritti, la nozione di dovere all'interno della stessa società. Se bisogna coltivare il senso di responsabilità, occorre allo stesso tempo accompagnarlo alle opportunità.
C'è un accordo tra la società e ciascuno dei suoi individui entro cui devono essere definiti tutti i compiti, sia quelli della società verso il cittadino che viceversa.
Il senso del dovere è la chiave di volta per una società decente e va oltre l'individualismo; definisce infatti il contesto in cui vengono date certe regole.
E’ un concetto personale ma è anche un obbligo verso la società. Il rispetto ed il senso di responsabilità verso gli altri sono un pre-requisito importante per una comunità forte ed attiva.
E’ il mezzo con cui possiamo costruire una società che non soffoca il nostro individualismo ma gli permette di svilupparsi in modo sano. Esso accorda l'istinto con il senso comune; permette di giungere ad una nozione della natura umana più ampia e conseguentemente più accurata di quella formulata sul gretto interesse personale.
I diritti di cui godiamo riflettono i doveri che dobbiamo osservare. I diritti e le responsabilità dell’individuo rappresentano un punto cruciale che accompagna l’idea moderna di comunità.
L’accettazione del dovere senza la libertà è schiavitù, e la libertà senza obbedienza alle regole che ci si è dati democraticamente è arbitrio. E’ il modello di libertà che accompagna la nuova destra italiana: strano impasto di libero arbitrio, neoautoritarismo e populismo. Al contrario, il dovere vincola la libertà e questa nobilita quello.
Diventare liberi non significa diventare grandi nel mondo, diventare liberi contro l’altro da se; significa diventare liberi da se stessi, dalla menzogna che mi fa credere che ci sono solo io, che sono io il centro del mondo; liberi dall’odio che ci fa annientare la natura; liberi da se stessi per gli altri.
Allora da tutto ciò si comprende come il reale significato di cittadinanza è il diritto di partecipazione ad una società in cambio del dovere di agire con responsabilità nei confronti di essa.
Per avere successo dobbiamo invece cooperare. Dobbiamo avere coscienza che la nostra prosperità è intimamente legata alla prosperità di coloro che ci stanno attorno.
Dobbiamo capire che condividere un senso di appartenenza alla società che ci circonda è una parte essenziale per risolvere i problemi comuni.
Insomma, non è sufficiente il discorso sulle regole della democrazia, che quotidianamente occupa il dibattito politico, ma è forte l’urgenza della ricostruzione di un’etica pubblica.
L’etica pubblica perimetra l’area della condivisione, della comune lealtà civile, fissa e custodisce i termini del patto in cui ci impegniamo a modellare le nostre forme di vita collettiva e le comuni istituzioni entro cui perseguire i nostri differenti obiettivi, ideali o interessi.
Ma una tale idee di etica pubblica non può non derivare da una profonda affermazione di una cultura della responsabilità individuale, da una maggiore coscienza dell’appartenenza della singola persona ad una comunità di uomini liberi.
Occorre lavorare su questa linea, per portare tutti a prendere parte attiva alla vita sociale, per rendere a tutti il gusto e il senso della politica, per rigenerare, dentro il moto di un collettivo rinascimento, nuovi circuiti di selezione dei ceti dirigenti.
La Sinistra non può, anche in questo inizio di nuovo millennio, non coniugare i tratti di un’etica per la politica con i valori della nostra tradizione culturale che, malgrado le distorsioni e i compromessi della sua storia, rimangono forti e validi.
Il contesto però è radicalmente mutato.
La libertà è più fragile che mai e necessita di nuove forme espressive e di protezione.
Le questioni della giustizia sociale le quali richiamano il valore forte dell’eguaglianza, contro un’esaltazione unilaterale del principio di libertà, che si riduce, talora, ad una concezione della società che ne fa un puro spazio di sopravvivenza degli individui abbandonati alle proprie “capacità” da uno Stato “minimo” che si limita a garantire la correttezza formale della gara: quasi che le posizioni di partenza fossero uguali e le possibilità individuali fossero le stesse per tutti.
Compito della Sinistra deve essere il riconoscimento e la valorizzazione delle differenze, ma quando le differenze diventano status, definitive per la vita, si creano fratture sociali e disuguaglianze intollerabili.
E allora sta alla Sinistra esprimere la capacità di elevare gli svantaggiati in termini più egualitari, cioè come pari opportunità di autorealizzazione e benessere, di influenza politica e status sociale. Ma oggi l’eguaglianza deve includere altre nozioni come quelle di razza, cultura e sesso; rinasce così in forme nuove il bisogno di giustizia, così come prende forme nuove il diritto al lavoro, così come crescono nuove domande, quella del sapere, quella di servizi che funzionino.
Di conseguenza la fratellanza deve lasciare spazio a forme più ampie di solidarietà. Le preoccupazioni ambientali devono entrare a far parte integrante di ogni politica e i bisogni dei posteri devono essere tenuti in considerazione ogni qual volta si prende una decisione.
Le ragioni della Sinistra vivono in una idea dello sviluppo che contiene dentro se stesso, nell’atto in cui si svolge, i meccanismi di regolazione per non distruggere le fonti della vita, per impedire le diseguaglianze più gravi, quelle che si perpetuano nel tempo.
Valori e idee devono essere per noi ancora alla base delle scelte politiche, che altrimenti sarebbero esclusivo dominio dei tecnocrati. Valori e idee danno forma ad un movimento politico e danno significato al suo programma.
Ha davvero ragione Norberto Bobbio nell’affermare che fino a che vi saranno uomini il cui impegno politico è mosso da un profondo senso di insoddisfazione e di sofferenza di fronte alle iniquità della società contemporanea, questi terranno in vita gli ideali che hanno contrassegnato da più di un secolo tutte le sinistre della storia.
Benjamin Constant - un padre del liberalismo - tessendo l'elogio delle libertà personali, private, metteva in guardia contro il rischio che “assorbiti dalla nostra indipendenza privata e nel perseguimento dei nostri interessi particolari, noi possiamo rinunciare troppo facilmente al nostro diritto di partecipare al potere politico”. E invitava a non lasciare la politica - mezzo per dare la felicità ai popoli - nelle mani delle “autorità”, come pure esse vorrebbero. Un secolo dopo, gli fece eco lo scrittore Paul Valéry quando maliziosamente definiva la politica - quella di chi detiene il potere - come «l'arte di impedire alla gente di occuparsi di quel che la riguarda». Contro quel tipo di politica, un'intera tradizione di pensiero, da Aristotele a Hannah Arendt, ha proposto una politica fatta di partecipazione, una politica di cui non è sufficiente ricercare il fine e lo scopo, ma a cui occorre dare «un senso», come scrive appunto la Arendt: “Intesa così - e soltanto così - la politica non può non costituire la preoccupazione di ogni uomo libero”.
Coordinamento nazionale SD
sabato 7 marzo 2009
appello per la sinistra
La sinistra che vogliamo: valori, equità sociale, costruzione del futuro
Spesso si dice che la sinistra non c’è ma che di essa c’è bisogno più di prima. Forse è così ma sicuramente è indispensabile dire cosa si vuole fare e perché: non basta definirsi da soli e non ci sono parole della storia che possano magicamente risolvere il problema.
L’identità politica e culturale deve essere messa alla prova nell’unico modo possibile, cioè nella concretezza delle idee e delle proposte per uscire dalla crisi e ricostruire il Paese.
Un compito ambizioso entro una fase del capitalismo segnata da una crisi a dimensione mondiale. Non può esistere una sinistra che non ragioni a questo livello: è quello che vogliamo fare.
Certamente abbiamo un riferimento e una ispirazione in quella sinistra che in Italia come in Europa ha guardato ad una grande prospettiva di libertà e democrazia solidale.
Ma se ci sono chiare le culture e le tradizioni dalle quali veniamo, dobbiamo guardare al dove vogliamo andare in una fase così difficile e dura, durante la quale è urgente ripensare la sinistra come strumento utile a fronte di rapide trasformazioni e guardare al mondo, in continuo movimento, cercando di dare risposte nuove ai bisogni dei cittadini.
Non ci rassegniamo alle vittorie del centrodestra, non accettiamo la logica dell’equidistanza tra Confindustria e Sindacato. Vogliamo costruire una forza politica che parli al lavoro che sia subordinato o autonomo, precario, “manuale” o “cognitivo”, che parli di generi sessuati, di ambiente, di diritti sociali e civili, di beni comuni, di spazio pubblico, di migrazioni, di giustizia sociale, di libertà e pace, che volga nuovamente lo sguardo al grande tema dell'eguaglianza.
La crisi ci offre l'occasione e la necessità per ripensare l'economia, per una proposta di sviluppo ambientale e sociale di tipo qualitativo, uno sviluppo equo, è grande. Fatta di visioni generali sul possibile ma anche di concreti tentativi, di progetti minuti, di uomini e donne protagonisti del quotidiano. Sono queste buone pratiche, la loro valorizzazione ed estensione, il viatico migliore per chi voglia cimentarsi efficacemente nell'opposizione alle destre, costruire alleanze o avanzare una proposta nuovamente credibile di governo del Paese.
Un progetto ampio, smisurato per le nostre singole forze ma non per quelle che attualmente si trovano disperse nel campo i cui confini segnavano le identità della sinistra. E' una ricerca quella che intendiamo intraprendere, fuori dal recinto di appartenenze diventate troppo strette per fornire una risposta adeguata.
Una ricerca e una sfida, quella di una sintesi tra culture dell'innovazione socialista, comunista, dell'ambientalismo e del movimento delle donne.
Di certo vi è che dobbiamo muoverci oggi, adesso.
I VALORI
Libertà, uguaglianza e pari opportunità, differenza: sono i valori fondamentali di riferimento per la sinistra di oggi, per i quali si impegna sul piano politico e nell’azione di amministrazione pubblica.
Libertà delle persone, delle loro forme di espressione e di associazione, per decidere della loro vita, gli studi, il lavoro, gli affetti, le relazioni.
Secondo la Costituzione, nata dalla Resistenza, Comune, Provincia, Regione, Stato sono tenuti a garantire la libertà, anche in ordine alla laicità dello Stato, affermata dalla stessa Carta costituzionale: quindi non devono sostenere questo o quell’orientamento culturale, etico, sociale, sessuale, confessionale, ma devono garantire a ciascuno/a la possibilità di costruire liberamente il proprio progetto di vita dando concretamente a tutti/e i mezzi per realizzarsi.
Uguaglianza tra le persone e pari opportunità deve significare pari diritti, pari dignità e pari opportunità per tutte le cittadine e i cittadini.
Il nostro impegno comune deve consistere nel tenere insieme diritti civili e diritti sociali per costruire una “società inclusiva” che sappia valorizzare il ruolo delle donne ma anche dare risposte concrete ai bambini, agli anziani e ai “nuovi” soggetti della cittadinanza, vale a dire in primo luogo immigrati, omosessuali, giovani .
Differenza: mai come adesso è chiaro che le diversità costituiscono un accrescimento per la società tutta.
Per valorizzare concretamente questa risorsa pensiamo sia necessario accettare e valorizzare le diversità, per trovare insieme punti di condivisione e consentire un confronto alla pari, ciascuno con la propria cultura, le proprie idee, la propria esperienza di vita.
EQUITÀ SOCIALE E SOSTENIBILITÀ
Nella nostra vita di tutti i giorni sentiamo ormai il peso della crisi economica. I lavoratori precari sono stati i primi a subire il colpo ma l’aumento enorme della cassa integrazione, il rallentamento dell’industria, la chiusura di aziende si vanno estendendo.
Tanto più colpiti i soggetti non abbienti: aumentano i senza dimora, le/ i single che faticano a sbarcare il lunario, le anziane e gli anziani che vivono da soli con la pensione minima e le immigrate e gli immigrati (con o senza permesso) che non trovano le condizioni minime di sussistenza. La crisi è pesante anche per il ceto medio, che nell’area metropolitana milanese è particolarmente ampio: il lavoro ed il reddito sono in discussione anche per tanti lavoratori qualificati, tecnici e quadri di elevato livello professionale. La crisi non può essere pagata da chi – non avendone le risorse – dovrebbe fare a meno dell’indispensabile, e per questo occorre un piano straordinario di interventi a sostegno delle condizioni di reddito e di vita dei cittadini a maggiore rischio di impoverimento.
Ma a tutto questo si è pensato di rispondere evitando di assumere misure concrete e producendo una lacerante spaccatura nel movimento sindacale con la firma dell’accordo separato sul modello contrattuale che la CGIL ha giustamente rifiutato e attaccando direttamente il diritto di sciopero. Si è colpita frontalmente la scuola pubblica, la formazione, la ricerca, negandoci una parte di futuro mentre sciaguratamente si sperperavano almeno 6 miliardi di euro, tra l’abolizione totale dell’ICI, la detassazione degli straordinari e la follia dell’Alitalia.
Anche solo per questo il governo dovrebbe essere mandato a casa, incapace di individuare risorse a sostegno del reddito, del lavoro, del welfare, mediante, in primo luogo, una seria lotta contro l'evasione fiscale e contributiva.
Contemporaneamente, nonostante la decrescita incontrollata e infelice, le emissioni derivanti da combustibili fossili sono ancora eccessive e insostenibili. Non ci sarà futuro senza risparmio energetico, riduzione delle emissioni e utilizzo delle energie rinnovabili in ciascuna scelta amministrativa e in ciascuna iniziativa economica.
La sinistra è quella forza politica che mette al primo posto l'equità sociale insieme alla sostenibilità: se sostenere chi vive le difficoltà maggiori è un basilare fattore di solidarietà, questo sostegno è tanto più robusto quanto più la solidarietà è legata a concrete politiche generali, che guardano a interessi e bisogni della parte produttiva del Paese.
Le amministrazioni locali devono essere un punto di riferimento contro la crisi: lo sono stati molti enti locali del centrosinistra (ad esempio la Provincia di Milano con lo stanziamento di 25 milioni di euro).
Ci impegniamo per il rilancio delle politiche sociali, educative e di sostegno alle persone in difficoltà – bambini ed anziani in primo luogo, promuovendo anche tutte le iniziative necessarie per liberare i Comuni dagli assurdi vincoli del patto di stabilità.
Contemporaneamente, proponiamo che Comuni e Province si impegnino – anche ricorrendo a risorse private – per un piano straordinario di manutenzione delle città, dai trasporti alla casa, dai servizi pubblici all’ambiente, perché questi investimenti producono al tempo stesso lavoro e risanamento delle condizioni concrete della vita quotidiana.
E invece continua nel Paese la disfida della paura, una spirale ove un pacchetto sicurezza prepara soltanto il successivo, se possibile, peggiore. Ove la distruzione del welfare residuo viene riempita dal diritto penale. Occorrono ed esistono strategie alternative, ove la sicurezza di ciascuno procede con quella di tutti. Un orizzonte molto distante dalle proposte di istituzione delle ronde provenienti da settori del centrosinistra.
Basterebbe guardare alla legislazione attualmente in vigore sui migranti o a quella sulle sostanze stupefacenti, quali esempi lampanti di norme inefficaci e controproducenti.
Anche il progetto dell’Expo deve essere fortemente rivisto nel quadro delle mutate condizioni economiche ed integrato nelle politiche di riqualificazione del territorio. Per questa ragione diciamo che il centrodestra non è all’altezza del compito: la debolezza strategica, il visibilissimo peso di interessi particolari finanziari e immobiliari. Anche per l’Expo ci presentiamo come un’alternativa possibile e necessaria.
INSIEME COSTRUIAMO IL FUTURO
C'è una sinistra che serve a Milano. Costruiamola assieme in modo che si occupi dei problemi concreti e della vita delle persone. Che affermi e promuova la convivenza come valore, i diritti civili come parte essenziale della cittadinanza. Una sinistra di trasformazione che non si accontenti di “parare i colpi”. Una sinistra meno triste dell'attuale.
Che sceglie il lavoro come campo del proprio agire, la cultura come motore di sviluppo, i diritti come affermazione della civiltà che viene, l’etica pubblica come garanzia per gli interessi generali, la laicità dello Stato come principio fondante delle norme che regolano la vita comune.
Una sinistra che mescoli i segni e i semi di più culture politiche per farne un linguaggio diverso, uno sguardo curioso sulle cose di questo tempo e di questo mondo.
Con questa sinistra si può ragionare anche delle elezioni amministrative quale tappa entro un progetto unitario capace di gettare lo sguardo più in là, al dopo.
Nei Comuni c’è la vita di tutti i giorni, ci sono l’interesse e la partecipazione dei cittadini, c’è il fondamento di una democrazia vicina ad essi. Nei Comuni, nella Provincia, riprende forza la rappresentanza democratica.
Presenteremo liste della Sinistra per i Comuni superiori ai 15.000 abitanti e per la Provincia di Milano per costruire una nuova sinistra che sconfigga, con altre forze (non ci spaventano i cartelli o le alleanze) una destra incapace di affrontare la crisi italiana e subalterna agli interessi particolari.
Nelle scelte delle alleanze di governo locale, rispetto alle quali conterà il giudizio sul lavoro fatto in questi cinque anni da Comuni e Provincia molti dei quali hanno ottenuto risultati positivi a cui anche noi abbiamo contribuito. Occorre coesione e condivisione dei programmi di governo, programmi che devono avere forti contenuti innovativi e mirati al futuro, che il fondamento nel lavoro, nell’equità sociale e nella estensione dei diritti deve essere la guida per il quinquennio che si apre. E vuol dire anche una garanzia sul piano dell’etica pubblica – scelte, metodi, comportamenti – e sulla innovazione democratica attraverso l’estensione di procedure partecipative per le decisioni amministrative.
La collocazione di questa sinistra, il progetto amministrativo, i compagni di strada, sono il prodotto di un processo partecipato di una forza in formazione e in movimento che fa della democrazia e della collegialità delle decisioni il suo carattere fondante.
Si invita tutte le cittadine e i cittadini di Milano e Provincia a partecipare alla
ASSEMBLEA PUBBLICA
Che si terrà il 14 marzo 2009
ore 10-16
Presso il Teatro della Cooperativa, Via Hermada 8
per discutere, confrontarci, partecipare, aderire
per sottoscrivere l'appello: info@lasinistrapermilano.it
giovedì 5 marzo 2009
Oggetto: MOZIONE: “Piano Energetico”
Al Presidente
Consiglio Comunale
San Giuliano Milanese
Al Sindaco
Ai Consiglieri Comunali
Al Segretario Comunale
Consiglio Comunale
San Giuliano Milanese
Al Sindaco
Ai Consiglieri Comunali
Al Segretario Comunale
Oggetto: MOZIONE: “Piano Energetico”
Il Consiglio Comunale di San Giuliano Milanese
Premesso che:
• nel 1987 il popolo italiano si è pronunciato per via referendaria sulla fine della produzione di energia nucleare nel nostro paese;
• nel mondo, pur essendo attive molte centrali nucleari, la percentuale di energia prodotta resta: modesta (il 6,4%), costosa (rispetto alle altre fonti), in via di esaurimento (a causa della limitatezza del combustibile uranio);
• anche dopo il 1987 frequenti sono stati gli incidenti, intatti e pericolosi restano gli impatti ambientali (in particolare per il consumo e gli sprechi d’acqua), i rischi per la sicurezza della popolazione e le incertezze sullo smaltimento delle scorie radioattive, certi sono gli aumenti dei costi dell’uranio;
• dopo il 1987 nel mondo altri paesi hanno chiuso centrali, hanno ridotto o annullato programmi di costruzione di nuove centrali, mentre restano grandi i rischi di proliferazione delle armi nucleari e di azioni terroristiche;
• dopo il 1987 l’Italia non si è dotata di un coerente organico piano energetico nazionale che sostituisse nucleare e combustibili fossili con politiche e misure per l’efficienza, per il risparmio, per fonti rinnovabili e scelte efficaci per la fase di transizione;
• dopo il 1987 molte regioni hanno comunque adottato Piani Energetici e Ambientali Regionali che prescindono totalmente dal possibile apporto dell’energia nucleare e considerano prioritari investimenti e regole per favorire risparmio ed efficienza nei consumi energetici, fonti rinnovabili e tecnologie efficienti per le produzioni energetiche, con impianti, reti, iniziative già positivamente avviate sul territorio;
• dopo il 1987 è aumentato il consumo di territorio che renderebbe comunque praticamente impossibile localizzare democraticamente un sito nucleare con idonei requisiti di lontananza dalle abitazioni, di sicurezza, di trasparente gestione;
• la produzione energetica nucleare non è affatto esente dalla emissione di CO2 e di gas serra, perché provoca emissioni clima alteranti sia per l’estrazione del combustibile, sia per la costruzione della centrale, sia in altre fasi della gestione;
Il Consiglio Comunale di San Giuliano Milanese
Sollecita la Regione Lombardia:
a) operare nelle sedi istituzionali affinché resti valido il pronunciamento referendario del 1987 per tutto il territorio nazionale;
b) sollecitare l’adozione di un piano energetico nazionale entro il 2009 basato sulle fonti rinnovabili e sul risparmio, sviluppando politiche di sufficienza diffusa nel territorio.
Dichiara
L’indisponibilità del territorio comunale alle eventuali procedure di individuazione di siti idonei all’attivazione di centrali nucleari;
Impegna
La Giunta Municipale
• A presentare, direttamente o attraverso la società Genia spa, politiche e misure per l’efficienza, per il risparmio e per l’uso di fonti rinnovabili per tutte le utenze pubbliche della città;
• A promuovere, in accordo con tutte le istituzioni culturali ed ambientali del territorio, una estesa informazione e azione culturale a difesa dell’ambiente e per la riduzione delle emissioni di CO2.
I Consiglieri Comunali
Virginio Bordoni
Angelo Castaldo
Virginio Bordoni
Angelo Castaldo
San Giuliano Milanese li, 2.12.08 .
Oggetto: testamento biologico
Al Presidente del Consiglio Comunale
Al Sindaco
Ai Consiglieri Comunali
Al Segretario Comunale
Al Sindaco
Ai Consiglieri Comunali
Al Segretario Comunale
Ordine del Giorno
Oggetto: testamento biologico
Oggetto: testamento biologico
Il Consiglio Comunale
di San Giuliano Milanese
Esprime
di San Giuliano Milanese
Esprime
la propria solidarietà alla famiglia Englaro per la dolorosa conclusione di un lungo e difficile cammino da loro intrapreso con grande umanità e consapevolezza del valore della vita e della dignità della persona;
auspica che
nel rispetto reciproco delle diversità di opinioni culturali o delle convinzioni religiose, tutti sappiano comprendere che le proprie convinzioni non possono essere imposte ad altri e che la libertà personale e la laicità dello Stato sono principi fondamentali della nostra Costituzione;
respinge e denuncia che
- con la loro proposta di “testamento biologico” il Governo Berlusconi e la maggioranza di centro-destra vogliono imporre principi religiosi, pur degni del massimo rispetto quali scelte personali, che ledono i diritti fondamentali dei cittadini, laici o credenti che essi siano;
- la violazione di questo principio fondamentale della Costituzione Italiana è di tale gravità, com’è stato autorevolmente scritto, che rende impossibile, fino a che questo vulnus non sarà sanato con l’approvazione di un testo rispettoso della Costituzione, ogni ipotesi di modifica della Stessa da parte di un Governo che la viola con facilità;
Invita la Giunta
- a fare sentire con determinazione la voce di questo Consiglio Comunale orientata alla approvazione di una legge sul “testamento biologico” che, nel rispetto della laicità dello Stato e delle singole convinzioni culturali o religiose, contenga modalità semplici per la registrazione delle scelte della persona interessata e alcuni principi irrinunciabili, quali:
- la libera scelta sulle direttive anticipate per le fasi finali della propria vita;
- l’indicazione di un tutore che rappresenti le volontà del malato non più in grado di comunicare;
- la possibilità di rinuncia a interventi terapeutici forzati e invasivi;
- l’inclusione della idratazione e della alimentazione forzata tra le scelte personali che possono essere accettate o respinte;
- a garantire che i servizi pubblici regionali siano sempre in grado di garantire ai cittadini il rispetto dei loro diritti e delle loro volontà in quanto tutelate dalla Costituzione e dalle leggi italiane o europee verificando se eventuali forme di “obiezione di coscienza” da parte del personale siano conformi con la legislazione italiana ed europea;
- a intervenire in ogni sede e nella Conferenza Stato Regioni per opporsi con fermezza e senza incertezze a ogni scelta che neghi i principi fondamentali della Costituzione.
I Consiglieri Comunali
Virginio Bordoni
Angelo Castaldo
Virginio Bordoni
Angelo Castaldo
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