sabato 19 luglio 2008

FESTA della SINISTRA

DOVE: San Giuliano Milanese

QUANDO: 12-13-14 settembre 2008

COSA: Festa della Sinistra

PERCHE´: per stare insieme, ragionare, mangiare, ballare, ascoltare, parlare.......................
per (s)muovere le cose, per ribadire che ci siamo e che vogliamo contare.


Saremo piú precisi sul luogo ed i contenuti della festa nei prossimi post.

Preparatevi a collaborare e partecipare..................

Vi aspettiamo numerosi

Riunione

La prrossima riunione é fissata per mercoledí 23 luglio alle ore 21.15

venerdì 11 luglio 2008

Prendetevi le nostre impronte - NON TOCCATE I BAMBINI E LE BAMBINE ROM E SINTI

Riempiamo di impronte digitali il ministero dell’Interno

Sta andando in questi giorni in discussione al Parlamento, su proposta del governo, un decreto per la schedatura delle popolazioni rom e sinti presenti sul nostro territorio.
E’ una proposta aberrante a cui diciamo no perchè discrimina le persone su base etnica e ricorda tristemente altre leggi che nel nostro passato marchiarono drammaticamente ebrei e zingari.
E’ una misura che, se approvata, violerebbe apertamente la Carta dei diritti dell’Uomo, le norme e i tratti dell’Unione Europea, la Convenzione su diritti dell’infanzia. E violerebbe l’articolo 3 della nostra Costituzione ove si afferma che “Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali”.
Soprattutto è una misura, come tante di quelle previste nel cosiddetto “decreto sicurezza”, inutile, voluta solo per ottenere consenso.
Per la sicurezza non servono nuove leggi, serve, invece, la volontà politica per applicare quelle che già ci sono. Prima di tutto per contrastare la grande criminalità che controlla aree intere del paese, governa la tratta degli esseri umani, ricicla ingenti capitali sporchi, fa scempio dell’ambiente, condiziona pesantemente la vita politica e istituzionale dell’Italia. Serve ribadire che la responsabilità penale è individuale, e non imputabile ad intere etnie. Serve la certezza della pena.
Serve che le prigioni non siano università del crimine ma luoghi di espiazione e di reinserimento.
Servono progetti di inclusione delle fasce più a rischio.
E serve soprattutto che i cittadini tutti si riapproprino del territorio, attraverso percorsi condivisi di
integrazione e di convivenza. I diritti, universali e uguali per tutti, sono alla base di ogni società democratica.
L’Unione Europea guarda preoccupata a ciò che sta avvenendo in Italia. Nella coscienza degli altri cittadini europei il nostro paese sta per essere messo in mora per un deficit di democrazia imputabile a scelte legislative che minano lo stato di diritto e la dignità umana.
Noi vogliamo ribellarci a questo abbassamento morale dell’Italia e lo facciamo a tutti chiedendo un piccolo ma altamente significativo segno di protesta.

IL 14 LUGLIO TROVIAMOCI A MILANO, IN P.ZZA MERCANTI DALLE 18 ALLE 20.

RACCOGLIEREMO LE IMPRONTE DIGITALI DI TUTTI I CITTADINI DA INVIARE COME SILENZIOSA PROTESTA AL MINISTERO DEGLI INTERNI.

PROMOTORI

ARCI MILANO, COMITATO PER LA LEGALITA’

ADERISCONO: ANED, ANPI Comune di Corsico; ANPI Comune di Cesano Boscone, Anpi
Comune di Buccinasco, ANPI Comune di Trezzano Sul Naviglio,

per adesioni: Arci Milano: t. +3902541781 – f. +390254178222 email: lusenti@arci.it

mercoledì 9 luglio 2008

Congresso del circolo Lenin di Rifondazione il documento politico votato all'unanimità

Documento politico del VII congresso del circolo Lenin – San Giuliano Milanese

Noi compagne e compagni del circolo Lenin di San Giuliano Milanese siamo ancora una volta sconcertati dal modo con cui nel nostro partito si sta affrontando la difficile situazione politica, l’analisi della fase post elettorale e le prospettive future della Rifondazione Comunista.

Dopo la debacle elettorale che tutti giudicano di una gravità inconcepibile visto il risultato di portare l’intera sinistra ad una condizione extraparlamentare ci saremmo aspettati quantomeno una pausa di riflessione. Una riflessione che accantonasse in modo deciso vecchi modi consolidati di discussione politica che tante volte abbiamo scritto nei nostri documenti, un segno di discontinuità di tutto il gruppo dirigente del partito ad ogni livello.

Partiamo dall’affermazione che il partito è nostro che l’abnegazione di migliaia di militanti tengono viva una speranza di cambiamento con le loro passioni e le lotte che quotidianamente portiamo avanti nella società, nei luoghi di lavoro, nelle istituzioni. Chiediamo quindi che si fermino i processi e le ricerche di responsabilità e responsabili altri che stanno facendo degenerare la vita democratica del partito perché si mette al primo posto l’autodifesa delle proprie posizioni di ‘potere’ e di auto riproduzione di ceto politico.

Se non si avrà la capacità di invertire questa tendenza e si insiste nella contrapposizione ad ogni costo temiamo il rischio grave di auto dissoluzione e la fuga di tutti quei compagni che non ne possono più di questo clima. Ci chiediamo cosa potrà mai rimanere di politico e di organizzato se l’aspetto centrale e la delegittimazione reciproca.

Noi vogliamo opporci a tutto questo, da tempo ci mancano luoghi reali di confronto e di elaborazione della linea politica, niente giustifica la riduzione del partito e della sinistra ad un campo di battaglia, chiediamo una discussione che converga alla costruzione di un percorso unitario i cui esiti non possono solo essere legati alla celebrazione del VII congresso, perché troppo abbiamo ancora da discutere ed analizzare della nostra sconfitta politica. Questa è la condizione perché il PRC trovi la forza di continuare senza rotture insanabili.

Siamo convinti della necessità di creare luoghi di discussione reale, dove l’intera sinistra politica e sociale si ritrovi ed in modo partecipato costruisca le condizioni per una presenza ampia dei comunisti e dell’intera sinistra nei territori e nel paese. Luoghi aperti a tutti dove ognuno con la sua identità porti un contributo determinante e non fazioso perché la sinistra ne siamo convinti va molto al di là dei risultati elettorali del 14 aprile. Nel nostro piccolo con errori e differenziazioni ormai da lungo tempo stiamo portando avanti questo discorso, la costruzione della ‘casa della sinistra’ o come vogliamo chiamarla e riteniamo paradossale e sbagliato ritornare indietro da un percorso di confronto ed aggregazione che siamo sicuri a lungo andare darà i suoi frutti.

Nei territori, dove noi siamo presenti non sempre con continuità legato alla nostra consistenza politica, la voglia di partecipazione al di la e oltre la sconfitta elettorale va raccolta come un seme prezioso, non possiamo permetterci l’errore di richiuderci con un ritorno ad una pretesa sufficienza di rappresentanza politica che in questo momento ci sembra fuori luogo. Pensiamo soprattutto a livello locale che, se vogliamo incidere e dare un segno forte alla cosiddetta vocazione maggioritaria del Pd, dobbiamo costruire unità con tutte le forze organizzate e non della sinistra politica e sociale diffusa in modo partecipato e democratico.

Nella nostra città noi da sempre portiamo responsabilità di governo, non sempre tutto è andato per il verso giusto e momenti di crisi hanno caratterizzato questa nostra esperienza che attualmente si sta caratterizzando con la responsabilità di redigere il piano di governo del territorio attraverso una politica partecipata, che speriamo con successo di portare a compimento anche come patrimonio futuro alla prossima scadenza elettorale.

Il peggiore errore al di la delle divisioni per componenti che, il partito ha fatto in questi anni è stato quello di esercitare in modo retorico concetti e scelte innovative da Venezia a Carrara, facciamo in modo che i concetti diventino pratica politica. La democrazia partecipata non va solo promossa nelle amministrazioni pubbliche dove il deficit di democrazia con il potere dei sindaci e forte ma anche nel partito. Pensiamo infatti che il problema del potere e della democrazia nel partito vada affrontato in maniera decisa perché è una questione vitale.

L'unità della sinistra va costruita a partire da Rifondazione Comunista con forme di discussione aperte e partecipate. Diciamo che questo vuole essere la pratica politica conseguente di quello che noi dichiariamo.

Sul territorio la nostra pratica è sempre andata a fasi alterne, o troppo impegnati verso l’amministrazione o viceversa troppo verso problematiche sociali e politiche. Pensiamo che il prossimo futuro anche in prossimità delle scadenze elettorali (europee, provinciali, comunali), dovremo mettere in campo una capacità di proposta che partendo da una lunga, intensa e approfondita inchiesta nel territorio, nei luoghi di lavoro, nelle molteplici realtà socio-culturali, cerchi di capire dove e come si è prodotta la rottura tra noi e la società, e sia in grado di elaborare e costruire una proposta condivisa che diventi programma unitario della sinistra. Dobbiamo capire e comprendere la realtà che ci circonda, costruire percorsi unitari valorizzando quanto già abbiamo e stiamo costruendo altrimenti verremo percepiti e giudicati come residuali ed inutili.

Partiamo dalle responsabilità che abbiamo oggi ma, usiamola se ne siamo capaci come terreno su cui si costruisce un ampio soggetto della sinistra di cui il Prc sia parte forte, promotrice, e non semplice spettatore. Noi siamo per costruire attraverso il lavoro di inchiesta, della ricerca e della conoscenza dei territori e dei soggetti sociali per le prossime elezioni, alleanze, simboli, lotte che vedano assieme l’intera sinistra.

A tutto questo il congresso fa da sfondo, il nostro impegno è e deve essere a ricostruire e non a distruggere da qui riparte la nostra azione politica.

San Giuliano Milanese li 05/07/2008

Approvato all’unanimità

domenica 6 luglio 2008

Comunicato del Comitato antirazzista milanese

Da stamattina, sabato 5 luglio, i detenuti e le detenute del centro di detenzione di via Corelli a Milano sono in sciopero della fame.
Chiedono unitariamente la loro libertà e, allo stesso tempo, denunciano le condizioni della loro detenzione: cibo scarso e scadente, condizioni igieniche pessime, continue intimidazioni e maltrattamenti da parte della polizia, nessuna attenzione per le cure mediche (ai malati di AIDS non vengono somministrati i farmaci appropriati), continue espulsioni addirittura in paesi diversi da quelli di provenienza.
Di tutto questo una loro delegazione ha parlato con funzionari della prefettura durante un brevissimo incontro che ha fatto seguito all’inizio dello sciopero.
Contattati direttamente dai detenuti, nel pomeriggio, alcune decine di militanti antirazzisti si sono trovati davanti all’ingresso del CPT per un presidio di solidarietà e sostegno alla protesta.
Slogan, rumorose battiture con le pietre sul guard rail e uno striscione "chiudiamo i CPT, libertà per tutti" appeso sul cavalcavia della tangenziale, hanno caratterizzato l’iniziativa.
Dai numerosi scambi telefonici con l’interno è emerso che la polizia, in tenuta antisommossa, era entrata nei corridoi delle sezioni con chiaro intento intimidatorio, e che una ragazza egiziana che protestava è stata malmenata.
Sappiamo da alcuni avvocati che svariati sono i casi di immigrati detenuti nonostante la non convalida del trattenimento, alcuni sono in possesso di permesso di soggiorno in altri paesi d’Europa, e, soprattutto, che molti sono i lavoratori in nero prelevati direttamente sul posto di lavoro.
I detenuti hanno chiesto un incontro con una delegazione dei presenti al presidio, negata al momento dalla prefettura, e rinviata a lunedì.
In solidarietà ai detenuti in lotta, chiamiamo tutti coloro che si battono contro i CPT e le leggi razziali, a un presidio lunedì 7 luglio dalle 19 davanti al centro di detenzione in via Corelli.