Noi compagne e compagni del circolo Lenin di San Giuliano Milanese siamo ancora una volta sconcertati dal modo con cui nel nostro partito si sta affrontando la difficile situazione politica, l’analisi della fase post elettorale e le prospettive future della Rifondazione Comunista.
Dopo la debacle elettorale che tutti giudicano di una gravità inconcepibile visto il risultato di portare l’intera sinistra ad una condizione extraparlamentare ci saremmo aspettati quantomeno una pausa di riflessione. Una riflessione che accantonasse in modo deciso vecchi modi consolidati di discussione politica che tante volte abbiamo scritto nei nostri documenti, un segno di discontinuità di tutto il gruppo dirigente del partito ad ogni livello.
Partiamo dall’affermazione che il partito è nostro che l’abnegazione di migliaia di militanti tengono viva una speranza di cambiamento con le loro passioni e le lotte che quotidianamente portiamo avanti nella società, nei luoghi di lavoro, nelle istituzioni. Chiediamo quindi che si fermino i processi e le ricerche di responsabilità e responsabili altri che stanno facendo degenerare la vita democratica del partito perché si mette al primo posto l’autodifesa delle proprie posizioni di ‘potere’ e di auto riproduzione di ceto politico.
Se non si avrà la capacità di invertire questa tendenza e si insiste nella contrapposizione ad ogni costo temiamo il rischio grave di auto dissoluzione e la fuga di tutti quei compagni che non ne possono più di questo clima. Ci chiediamo cosa potrà mai rimanere di politico e di organizzato se l’aspetto centrale e la delegittimazione reciproca.
Noi vogliamo opporci a tutto questo, da tempo ci mancano luoghi reali di confronto e di elaborazione della linea politica, niente giustifica la riduzione del partito e della sinistra ad un campo di battaglia, chiediamo una discussione che converga alla costruzione di un percorso unitario i cui esiti non possono solo essere legati alla celebrazione del VII congresso, perché troppo abbiamo ancora da discutere ed analizzare della nostra sconfitta politica. Questa è la condizione perché il PRC trovi la forza di continuare senza rotture insanabili.
Siamo convinti della necessità di creare luoghi di discussione reale, dove l’intera sinistra politica e sociale si ritrovi ed in modo partecipato costruisca le condizioni per una presenza ampia dei comunisti e dell’intera sinistra nei territori e nel paese. Luoghi aperti a tutti dove ognuno con la sua identità porti un contributo determinante e non fazioso perché la sinistra ne siamo convinti va molto al di là dei risultati elettorali del 14 aprile. Nel nostro piccolo con errori e differenziazioni ormai da lungo tempo stiamo portando avanti questo discorso, la costruzione della ‘casa della sinistra’ o come vogliamo chiamarla e riteniamo paradossale e sbagliato ritornare indietro da un percorso di confronto ed aggregazione che siamo sicuri a lungo andare darà i suoi frutti.
Nei territori, dove noi siamo presenti non sempre con continuità legato alla nostra consistenza politica, la voglia di partecipazione al di la e oltre la sconfitta elettorale va raccolta come un seme prezioso, non possiamo permetterci l’errore di richiuderci con un ritorno ad una pretesa sufficienza di rappresentanza politica che in questo momento ci sembra fuori luogo. Pensiamo soprattutto a livello locale che, se vogliamo incidere e dare un segno forte alla cosiddetta vocazione maggioritaria del Pd, dobbiamo costruire unità con tutte le forze organizzate e non della sinistra politica e sociale diffusa in modo partecipato e democratico.
Nella nostra città noi da sempre portiamo responsabilità di governo, non sempre tutto è andato per il verso giusto e momenti di crisi hanno caratterizzato questa nostra esperienza che attualmente si sta caratterizzando con la responsabilità di redigere il piano di governo del territorio attraverso una politica partecipata, che speriamo con successo di portare a compimento anche come patrimonio futuro alla prossima scadenza elettorale.
Il peggiore errore al di la delle divisioni per componenti che, il partito ha fatto in questi anni è stato quello di esercitare in modo retorico concetti e scelte innovative da Venezia a Carrara, facciamo in modo che i concetti diventino pratica politica. La democrazia partecipata non va solo promossa nelle amministrazioni pubbliche dove il deficit di democrazia con il potere dei sindaci e forte ma anche nel partito. Pensiamo infatti che il problema del potere e della democrazia nel partito vada affrontato in maniera decisa perché è una questione vitale.
L'unità della sinistra va costruita a partire da Rifondazione Comunista con forme di discussione aperte e partecipate. Diciamo che questo vuole essere la pratica politica conseguente di quello che noi dichiariamo.
Sul territorio la nostra pratica è sempre andata a fasi alterne, o troppo impegnati verso l’amministrazione o viceversa troppo verso problematiche sociali e politiche. Pensiamo che il prossimo futuro anche in prossimità delle scadenze elettorali (europee, provinciali, comunali), dovremo mettere in campo una capacità di proposta che partendo da una lunga, intensa e approfondita inchiesta nel territorio, nei luoghi di lavoro, nelle molteplici realtà socio-culturali, cerchi di capire dove e come si è prodotta la rottura tra noi e la società, e sia in grado di elaborare e costruire una proposta condivisa che diventi programma unitario della sinistra. Dobbiamo capire e comprendere la realtà che ci circonda, costruire percorsi unitari valorizzando quanto già abbiamo e stiamo costruendo altrimenti verremo percepiti e giudicati come residuali ed inutili.
Partiamo dalle responsabilità che abbiamo oggi ma, usiamola se ne siamo capaci come terreno su cui si costruisce un ampio soggetto della sinistra di cui il Prc sia parte forte, promotrice, e non semplice spettatore. Noi siamo per costruire attraverso il lavoro di inchiesta, della ricerca e della conoscenza dei territori e dei soggetti sociali per le prossime elezioni, alleanze, simboli, lotte che vedano assieme l’intera sinistra.
A tutto questo il congresso fa da sfondo, il nostro impegno è e deve essere a ricostruire e non a distruggere da qui riparte la nostra azione politica.
San Giuliano Milanese li 05/07/2008
Approvato all’unanimità
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