
La sinistra che vogliamo: valori, equità sociale, costruzione del futuro
Spesso si dice che la sinistra non c’è ma che di essa c’è bisogno più di prima. Forse è così ma sicuramente è indispensabile dire cosa si vuole fare e perché: non basta definirsi da soli e non ci sono parole della storia che possano magicamente risolvere il problema.
L’identità politica e culturale deve essere messa alla prova nell’unico modo possibile, cioè nella concretezza delle idee e delle proposte per uscire dalla crisi e ricostruire il Paese.
Un compito ambizioso entro una fase del capitalismo segnata da una crisi a dimensione mondiale. Non può esistere una sinistra che non ragioni a questo livello: è quello che vogliamo fare.
Certamente abbiamo un riferimento e una ispirazione in quella sinistra che in Italia come in Europa ha guardato ad una grande prospettiva di libertà e democrazia solidale.
Ma se ci sono chiare le culture e le tradizioni dalle quali veniamo, dobbiamo guardare al dove vogliamo andare in una fase così difficile e dura, durante la quale è urgente ripensare la sinistra come strumento utile a fronte di rapide trasformazioni e guardare al mondo, in continuo movimento, cercando di dare risposte nuove ai bisogni dei cittadini.
Non ci rassegniamo alle vittorie del centrodestra, non accettiamo la logica dell’equidistanza tra Confindustria e Sindacato. Vogliamo costruire una forza politica che parli al lavoro che sia subordinato o autonomo, precario, “manuale” o “cognitivo”, che parli di generi sessuati, di ambiente, di diritti sociali e civili, di beni comuni, di spazio pubblico, di migrazioni, di giustizia sociale, di libertà e pace, che volga nuovamente lo sguardo al grande tema dell'eguaglianza.
La crisi ci offre l'occasione e la necessità per ripensare l'economia, per una proposta di sviluppo ambientale e sociale di tipo qualitativo, uno sviluppo equo, è grande. Fatta di visioni generali sul possibile ma anche di concreti tentativi, di progetti minuti, di uomini e donne protagonisti del quotidiano. Sono queste buone pratiche, la loro valorizzazione ed estensione, il viatico migliore per chi voglia cimentarsi efficacemente nell'opposizione alle destre, costruire alleanze o avanzare una proposta nuovamente credibile di governo del Paese.
Un progetto ampio, smisurato per le nostre singole forze ma non per quelle che attualmente si trovano disperse nel campo i cui confini segnavano le identità della sinistra. E' una ricerca quella che intendiamo intraprendere, fuori dal recinto di appartenenze diventate troppo strette per fornire una risposta adeguata.
Una ricerca e una sfida, quella di una sintesi tra culture dell'innovazione socialista, comunista, dell'ambientalismo e del movimento delle donne.
Di certo vi è che dobbiamo muoverci oggi, adesso.
I VALORILibertà, uguaglianza e pari opportunità, differenza: sono i valori fondamentali di riferimento per la sinistra di oggi, per i quali si impegna sul piano politico e nell’azione di amministrazione pubblica.
Libertà delle persone, delle loro forme di espressione e di associazione, per decidere della loro vita, gli studi, il lavoro, gli affetti, le relazioni.
Secondo la Costituzione, nata dalla Resistenza, Comune, Provincia, Regione, Stato sono tenuti a garantire la libertà, anche in ordine alla laicità dello Stato, affermata dalla stessa Carta costituzionale: quindi non devono sostenere questo o quell’orientamento culturale, etico, sociale, sessuale, confessionale, ma devono garantire a ciascuno/a la possibilità di costruire liberamente il proprio progetto di vita dando concretamente a tutti/e i mezzi per realizzarsi.
Uguaglianza tra le persone e pari opportunità deve significare pari diritti, pari dignità e pari opportunità per tutte le cittadine e i cittadini.
Il nostro impegno comune deve consistere nel tenere insieme diritti civili e diritti sociali per costruire una “società inclusiva” che sappia valorizzare il ruolo delle donne ma anche dare risposte concrete ai bambini, agli anziani e ai “nuovi” soggetti della cittadinanza, vale a dire in primo luogo immigrati, omosessuali, giovani .
Differenza: mai come adesso è chiaro che le diversità costituiscono un accrescimento per la società tutta.
Per valorizzare concretamente questa risorsa pensiamo sia necessario accettare e valorizzare le diversità, per trovare insieme punti di condivisione e consentire un confronto alla pari, ciascuno con la propria cultura, le proprie idee, la propria esperienza di vita.
EQUITÀ SOCIALE E SOSTENIBILITÀNella nostra vita di tutti i giorni sentiamo ormai il peso della crisi economica. I lavoratori precari sono stati i primi a subire il colpo ma l’aumento enorme della cassa integrazione, il rallentamento dell’industria, la chiusura di aziende si vanno estendendo.
Tanto più colpiti i soggetti non abbienti: aumentano i senza dimora, le/ i single che faticano a sbarcare il lunario, le anziane e gli anziani che vivono da soli con la pensione minima e le immigrate e gli immigrati (con o senza permesso) che non trovano le condizioni minime di sussistenza. La crisi è pesante anche per il ceto medio, che nell’area metropolitana milanese è particolarmente ampio: il lavoro ed il reddito sono in discussione anche per tanti lavoratori qualificati, tecnici e quadri di elevato livello professionale. La crisi non può essere pagata da chi – non avendone le risorse – dovrebbe fare a meno dell’indispensabile, e per questo occorre un piano straordinario di interventi a sostegno delle condizioni di reddito e di vita dei cittadini a maggiore rischio di impoverimento.
Ma a tutto questo si è pensato di rispondere evitando di assumere misure concrete e producendo una lacerante spaccatura nel movimento sindacale con la firma dell’accordo separato sul modello contrattuale che la CGIL ha giustamente rifiutato e attaccando direttamente il diritto di sciopero. Si è colpita frontalmente la scuola pubblica, la formazione, la ricerca, negandoci una parte di futuro mentre sciaguratamente si sperperavano almeno 6 miliardi di euro, tra l’abolizione totale dell’ICI, la detassazione degli straordinari e la follia dell’Alitalia.
Anche solo per questo il governo dovrebbe essere mandato a casa, incapace di individuare risorse a sostegno del reddito, del lavoro, del welfare, mediante, in primo luogo, una seria lotta contro l'evasione fiscale e contributiva.
Contemporaneamente, nonostante la decrescita incontrollata e infelice, le emissioni derivanti da combustibili fossili sono ancora eccessive e insostenibili. Non ci sarà futuro senza risparmio energetico, riduzione delle emissioni e utilizzo delle energie rinnovabili in ciascuna scelta amministrativa e in ciascuna iniziativa economica.
La sinistra è quella forza politica che mette al primo posto l'equità sociale insieme alla sostenibilità: se sostenere chi vive le difficoltà maggiori è un basilare fattore di solidarietà, questo sostegno è tanto più robusto quanto più la solidarietà è legata a concrete politiche generali, che guardano a interessi e bisogni della parte produttiva del Paese.
Le amministrazioni locali devono essere un punto di riferimento contro la crisi: lo sono stati molti enti locali del centrosinistra (ad esempio la Provincia di Milano con lo stanziamento di 25 milioni di euro).
Ci impegniamo per il rilancio delle politiche sociali, educative e di sostegno alle persone in difficoltà – bambini ed anziani in primo luogo, promuovendo anche tutte le iniziative necessarie per liberare i Comuni dagli assurdi vincoli del patto di stabilità.
Contemporaneamente, proponiamo che Comuni e Province si impegnino – anche ricorrendo a risorse private – per un piano straordinario di manutenzione delle città, dai trasporti alla casa, dai servizi pubblici all’ambiente, perché questi investimenti producono al tempo stesso lavoro e risanamento delle condizioni concrete della vita quotidiana.
E invece continua nel Paese la disfida della paura, una spirale ove un pacchetto sicurezza prepara soltanto il successivo, se possibile, peggiore. Ove la distruzione del welfare residuo viene riempita dal diritto penale. Occorrono ed esistono strategie alternative, ove la sicurezza di ciascuno procede con quella di tutti. Un orizzonte molto distante dalle proposte di istituzione delle ronde provenienti da settori del centrosinistra.
Basterebbe guardare alla legislazione attualmente in vigore sui migranti o a quella sulle sostanze stupefacenti, quali esempi lampanti di norme inefficaci e controproducenti.
Anche il progetto dell’Expo deve essere fortemente rivisto nel quadro delle mutate condizioni economiche ed integrato nelle politiche di riqualificazione del territorio. Per questa ragione diciamo che il centrodestra non è all’altezza del compito: la debolezza strategica, il visibilissimo peso di interessi particolari finanziari e immobiliari. Anche per l’Expo ci presentiamo come un’alternativa possibile e necessaria.
INSIEME COSTRUIAMO IL FUTUROC'è una sinistra che serve a Milano. Costruiamola assieme in modo che si occupi dei problemi concreti e della vita delle persone. Che affermi e promuova la convivenza come valore, i diritti civili come parte essenziale della cittadinanza. Una sinistra di trasformazione che non si accontenti di “parare i colpi”. Una sinistra meno triste dell'attuale.
Che sceglie il lavoro come campo del proprio agire, la cultura come motore di sviluppo, i diritti come affermazione della civiltà che viene, l’etica pubblica come garanzia per gli interessi generali, la laicità dello Stato come principio fondante delle norme che regolano la vita comune.
Una sinistra che mescoli i segni e i semi di più culture politiche per farne un linguaggio diverso, uno sguardo curioso sulle cose di questo tempo e di questo mondo.
Con questa sinistra si può ragionare anche delle elezioni amministrative quale tappa entro un progetto unitario capace di gettare lo sguardo più in là, al dopo.
Nei Comuni c’è la vita di tutti i giorni, ci sono l’interesse e la partecipazione dei cittadini, c’è il fondamento di una democrazia vicina ad essi. Nei Comuni, nella Provincia, riprende forza la rappresentanza democratica.
Presenteremo liste della Sinistra per i Comuni superiori ai 15.000 abitanti e per la Provincia di Milano per costruire una nuova sinistra che sconfigga, con altre forze (non ci spaventano i cartelli o le alleanze) una destra incapace di affrontare la crisi italiana e subalterna agli interessi particolari.
Nelle scelte delle alleanze di governo locale, rispetto alle quali conterà il giudizio sul lavoro fatto in questi cinque anni da Comuni e Provincia molti dei quali hanno ottenuto risultati positivi a cui anche noi abbiamo contribuito. Occorre coesione e condivisione dei programmi di governo, programmi che devono avere forti contenuti innovativi e mirati al futuro, che il fondamento nel lavoro, nell’equità sociale e nella estensione dei diritti deve essere la guida per il quinquennio che si apre. E vuol dire anche una garanzia sul piano dell’etica pubblica – scelte, metodi, comportamenti – e sulla innovazione democratica attraverso l’estensione di procedure partecipative per le decisioni amministrative.
La collocazione di questa sinistra, il progetto amministrativo, i compagni di strada, sono il prodotto di un processo partecipato di una forza in formazione e in movimento che fa della democrazia e della collegialità delle decisioni il suo carattere fondante.
Si invita tutte le cittadine e i cittadini di Milano e Provincia a partecipare alla
ASSEMBLEA PUBBLICA
Che si terrà il 14 marzo 2009
ore 10-16
Presso il Teatro della Cooperativa, Via Hermada 8
per discutere, confrontarci, partecipare, aderire
per sottoscrivere l'appello:
info@lasinistrapermilano.it